#DistantiMaUniti Mike Maric
“Se sei padrone del tuo respiro, sei padrone del tuo corpo, sei padrone della tua mente, sei padrone della tua vita.”
Non vi capita mai in queste ore di sentire che in qualche modo la tensione influisce sulla fluidità della vostra respirazione? Che i respiri non siano profondi e distesi come sempre? Questi sono riflessi involontari che mettiamo in atto nei momenti di forte stress. Il governo della respirazione può invece essere una grande arma per gestire emozioni e rilassare corpo e mente. Abbiamo chiesto di parlarcene ad uno degli sportivi che ha fatto della gestione della respirazione la chiave del proprio successo.
Fin da piccolo è stato conquistato dalla bellezza del mare e del mondo sommerso, senza sapere che la sua vita sarebbe cambiata proprio grazie a questa grande passione. Mike Maric, campione mondiale di apnea nel 2004, ha fatto del respiro e della mente le sue armi più potenti, capaci di portarlo a raggiungere i traguardi più belli, ma anche a uscire dai periodi più bui e duri. Capiamo come sta affrontando lui questo momento.
Come gestire la difficoltà di questo momento?
Resilienza è un termine che in questo periodo viene usato sempre di più. L’ho provato su me stesso nella mia esprienza da apneista, in seguito sugli sportivi che alleno e sui pazienti che seguo. E’ un percorso che parte da te stesso, è un discorso con te stesso, nudo e crudo. Nel mio sport vai a sviluppare molto l’autodialogo, perché trattenere il fiato ti porta a gestire mentalmente una soglia di fatica che in altri sport non c’è. Nelle altre attività la fatica la percepisci e la puoi gestire; nell’apnea la fatica passa attraverso l’assenza del respiro invece, perché combatti contro la fisiologia. E la fame d’aria è micidiale. Per questo la preparazione è fondamentale. Il dialogo interno è condizionato da due fattori: l’approccio al respiro, che si traduce in come, attraverso il respiro, riesci ad acquietare la mente e il lavoro con la mente, cioè il tuo approccio mentale alla sfida e all’utilizzo delle tue risorse. Entrambi questi fattori li puoi portare nella vita di tutti i giorni. Nell’apnea usi inoltre molte visualizzazioni, tecniche di meditazione, training autogeno e tutta quella parte mentale che crea resilienza. E’ un connubio vincente, di respiro e mente.
Come poter fare dei programmi e con quale mind setting?
Ci sono tanti obiettivi nella vita di ognuno, non solo sportivi. Per esempio in questo periodo mi stavo concentrando sull’uscita di un nuovo libro e adesso è tutto in pausa. Inoltre non essendo più professionista posso permettermi di fare quello che mi piace e mi diverte. Non potendo uscire mi dedico a piegamenti, trx, salto la corda. Cerco di tenermi in forma e divertirmi. Sugli sportivi che seguo invece questo è un momento di transizione e mi piace che seguano le loro sensazioni. Si tratta di un momento di pausa forzata per tutti, quindi mi concentro limitatamente con loro su quello che si può fare. Suggerisco loro di giocare sugli esercizi e fare affidamento sulle sensazioni. Un esempio è Alessandro Fabian, che sto aiutando nella preparazione e siamo passati da tabelle di allenamento a un semplice: “Vai. Segui il tuo istinto. Non stressarti”. Dobbiamo restare calmi e la cosa migliore è darsi dei microbiettivi. Da allenatore che lavora su alcuni aspetti delle preparazione ho previsto giorni alterni con esercizi diversi, in cui gli obiettivi sono di provare piacere nel fare allenamento e ritrovare quella sensazione di calore quando si fa sport. Senza entrare nel mood agonistico, ma solo lasciandosi andare.
Come stai gestendo il restare in casa?
Ogni situazione porta vantaggi e svantaggi. Parlando con colleghi, nutrizionisti, specialisti, è normale prevedere che avremo un aumento di peso, perché c’è una riduzione dell’attività metabolica. Non dobbiamo però preoccuparci o fissarci. Dobbiamo invece provare a vedere il lato positivo e usare questo periodo per una riscoperta dei valori. E’ una situazione che ci permette di usare di più la testa e la fantasia. Non puoi permetterti di cadere nella noia o in cattive abitudini. Anzi si deve imparare a gestire ancora meglio il proprio tempo. Prima ci lamentavamo di non riuscire a fare tutto per i troppi impegni, adesso è ancora di più una sfida. La domanda quotidiana è: Che faccio? Penso sia il momento giusto per mettere le proprie competenze a disposizione di queste nuove sfide mentali. Senza andare in ansia e senza annoiarsi. Usare quello che si conosce e metterlo al servizio anche degli altri oltre che di te stesso. Alcuni esempi per gli atleti, anche semplici, sono la condivisione dei propri allenamenti, svelare i propri segreti e tecniche. Un modo di motivarsi motivando gli altri.
Fai un incoraggiamento a tutti gli atleti che ci seguono
L’atleta sa che i momenti duri, quelli di crisi, sono di passaggio. L’atlata sa di dover andare avanti e che prima o poi finiranno. Da esempio per tutti riporto una frase bellissima di Niccolò Campriani, che penso sia quella giusta in questo momento: “I campioni non si riconoscono da quante gare vincono, ma da come si rialzano dopo una sconfitta”.