#DistantiMaUniti Daniel Fontana

“A fine gara siamo tutti uguali. Grandi campioni, amatori, professionisti: siamo tutti finisher, persone che sono riuscite in qualcosa di unico.”

Daniel Fontana, primo triatleta azzurro a conquistare una gara del circuito mondiale Ironamn, ha fatto della fatica, del sacrificio e della determinazione le proprie armi vincenti. Dopo il traguardo del 2014 di Los Cabos supera se stesso altre due volte con altrettante vittorie nel 2016 e nel 2018 in due edizioni di Ironman Taiwan. Una volontà di ferro che lo ha portato ad andare sempre avanti, a non arrendersi e ritornare più forte di prima. Capiamo come sta affrontando lui questo  momento.

 

Come gestire la difficoltà di questo momento?

La resilienza per principio nasce da un momento di estrema di difficoltà. Un momento in cui la paura e la mancanza di ottimismo portano a non farci vedere la luce in fondo al tunnel. Qualcosa di simile succede nell’Ironman; ma quando la crisi ti piomba addosso e non ti sembra di poter fare altro che mollare, è proprio il momento in cui non devi cedere e devi continuare. Per questo si lavora, si fanno le cose con criterio, senza lasciarsi prendere troppo dalle emozioni e dalla negatività. Il momento che stiamo vivendo è molto rappresentativo. Proviamo molta ansia, non abbiamo un’informazione precisa di quando ne usciremo e ogni giorno sembra più difficile. Dobbiamo ricordare però che l’umanità ha affrontato altre epidemie ed eventi ben peggiori ed è riuscita a uscirne. Ne usciremo anche questa volta. Dobbiamo avere pazienza e ognuno deve fare il meglio che può. Io arrivo da uno sport molto individuale, dove ognuno pensa a se stesso e a competere, ma oggi non è la gara di un singolo. Se siamo solidali, se ci aiutiamo, possiamo farcela. Dobbiamo ritrovare il senso di comunità. Oggi siamo una comunità e ognuno deve sacrificare le proprie esigenze per il bene dei nostri cari e di tutti.

 

Come poter fare dei programmi e con quale mind setting?

In questo periodo è molto difficile riuscire a fare programmi, non solo nell’allenamento, perché le condizioni cambiano ogni giorno. C’è stato un periodo in cui potevamo ancora andare in bici, correre, adesso stiamo limitando il più possibile ogni uscita da casa. Io non nuoto da oltre tre settimane; non mi succedeva dal 1992, nemmeno nel 2015 quando sono stato operato al tendine d’Achille. Ma in questo momento, non è questo che mi preme maggiormente. Come gestire l’allenamento adesso? Diminuiamo il volume complessivo di allenamento e di intensità, ma manteniamo lo stesso una scheda, una routine di lavoro, con degli orari e un certo ordine. Dobbiamo restare allenati ed essere pronti, anche mentalmente, a riprendere quando si potrà di nuovo. Certo resta difficile fare allenamenti qualitativi. Io mi sono fatto un programma molto flessibile, ma restano lo stesso degli obiettivi, anche se più piccoli. Alla fine della settimana per esempio so che voglio raggiungere una certa quantità di ore e aver mantenuto delle caratteristiche dell’allenamento entro certi livelli, per essere ben pronto quando ripartiremo.

 

Come gestisci l’alimentazione nelle tue giornate?

Nelle mie 24 ore sono ora spesso in un raggio di 10 metri dal frigorifero e devo stare più attento. Ho dovuto riformulare la mia routine, crearne una nuova e adattarmi. Ho ridotto i volumi di cibo distribuendoli anche in maniera diversa nella giornata. Normalmente ero abituato a fare colazione veloce perché sempre di fretta, adesso i tempi si sono allungati e posso fare un primo pasto più completo. Ridurre le porzioni serve anche a ingannare un po’ l’ansia e lo stomaco, che quando si è nervosi si tende a riempire più rapidamente. Per questo sto puntando su spuntini più proteici, che danno un senso di maggiore sazietà. Ho imparato inoltre a dare un valore nuovo a quello che abbiamo in dispensa, a gestire le nostre risorse senza sprecare le cose, dandogli un valore diverso e stando più attenti. A casa abbiamo pianificato la spesa online in modo da uscire il meno possibile, quindi nell’attesa che arrivi l’ordine ci teniamo un po’ di riserve, vediamo di essere più creativi e inventare cose nuove con ingredienti semplici.

 

Una cosa positiva che hai riscoperto in questo periodo?

Ho imparato a dare un valore diverso alle cose che succedevano prima nella mia vita e di cui magari, preso Una cosa molto semplice che ho riscoperto è il dormire o meglio avere il tempo di farlo. Con un bambino piccolo non si dorme mai molto, se poi ti devi alzare presto per gli allenamenti, incastrare gli impegni e altro diventa tutto frenetico. Ora ho del tempo in più da dedicare a quello che prima facevo di corsa. Quello che sta succedendo ci costringe a una pausa obbligata e ci dà modo di riflettere. Vedo le persone in maniera diversa, ho riscoperto una nuova socialità e spero che quando smetteremo di avere paura, riusciremo a mantenere questo sentimento e questa prossimità emotiva ritrovata.

 

Fai un incoraggiamento a tutti gli atleti che ci seguono

La forza più grande che ha un atleta di endurance è la pazienza. Quella che stiamo vivendo è una gara di endurance di cui non vediamo ancora il traguardo, ma il traguardo c’è.  La pazienza adesso deve essere la nostra arma e diventare la nostra forza. Dobbiamo essere forti. Dobbiamo imparare ad aspettare.


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